di Nunzio Dell'Abate Interessanti gli spunti offerti dall’ultimo numero del Volantino in tema di imprese e sviluppo del territorio e pienamente condivisibile l’auspicio del Direttore di “elevare il confronto cittadino,spostandolo dalle pur importanti emergenze delle buche sulle strade alle altrettanto importanti e forse fondamentali emergenze del lavoro e dell’economia”.

Un cambio di passo che ha fatto la fortuna di diverse comunità, in Italia ma soprattutto in Europa, nel momento in cui si sono messe in rete dotandosi di strumenti di programmazione unitaria in grado di intercettare le ingenti risorse comunitarie a disposizione.

Su questo solco ottima l’iniziativa assunta dai Comuni del Capo di Leuca (promotore Patù e capofila Tiggiano, con Tricase partecipante) per il riconoscimento di “Area Interna” e il conseguente beneficio dei finanziamenti ad hoc, volti a contrastare la caduta demografica e a rilanciare lo sviluppo e i servizi di queste aree.

Vengono difatti definite "Aree Interne" quelle aree distanti dai centri di offerta di servizi essenziali (istruzione, salute e mobilità), interessate da fenomeni di invecchiamento e riduzione della popolazione, da fenomeni negativi nell'uso del suolo, da crisi del settore produttivoe dalla crescita del tasso di disoccupazione, ma nel contempo ricche di potenzialità e risorse ambientali, culturali ed associative su cui far leva.

La strategia delle “Aree Interne” ha il duplice obiettivo di adeguare la quantità e qualità dei servizi di istruzione, salute, mobilità, nonché di promuovere progetti di sviluppo locale che valorizzino il patrimonio naturale e culturale, anche su filiere di settori produttivi.

Al primo obiettivo sono assegnate le risorse nazionali previste nella Legge di Stabilità; al secondo contribuiscono le Regioni destinando i fondi comunitari 2014-2020.

Ogni Regione può candidare due/tre aree rientranti nei parametri individuati dal Ministero per la Coesione e lo Sviluppo.

La Regione Puglia nella prima fase ha individuato l'area dei Monti Dauni, ora dovrà individuare la seconda e forse terza area.

L'area dei Comuni del Capo di Leuca rientra eccome tra le aree territoriali "marginali/periferiche" della Regione.

Da qui la sinergia posta in campo dai predetti Comuni per la programmazione del Piano Speciale d’Area, denominato “Capo di Leuca 2020”, al fine del riconoscimento di seconda “Area Interna” della Regione Puglia ed in sostanza del godimento di rilevanti risorse economiche.

Strategici gli indirizzi che muovono il Piano e tratteggiano una ben precisa identità territoriale:a)-le aree produttive di seconda generazione ad alta sostenibilità ambientale e risparmio energetico, attraverso la riqualificazione e il riuso di comparti industriali degradati e la specializzazione manifatturiera locale con misure straordinarie di sostegno alle attività innovative; b)-il turismo sostenibile, favorendo il passaggio da una cultura del turismo parcellizzato al turismo come sistema produttivo, sostenuto da una solida partnership pubblico/privata: c)-la valorizzazione del sistema agroalimentare, come produzione e veicolo di promozione nello stesso tempo; d)-il servizio di metrò di superficie; e)-le connessioni urbane sostenibili, con soluzioni innovative (ad es. ciclovie) nell’ambito del contesto proprio della “città diffusa”; f)-il recupero e la rivitalizzazione dei centri storici, incentivando in ogni modo la fruizione degli immobili privati; g)-la filiera energetica locale e l’utilizzo delle Smart-Grid, la rete elettrica in grado di integrare intelligentemente le azioni di tutti gli utenti connessi al fine di distribuire energia in modo efficiente, sicuro ed economicamente vantaggioso; h)-la rete dei porti per costituire un prodotto di eccellenza. E tante altre azioni del genere.

In tutto questo, Tricase, dovrebbe affaccendarsi di più, piuttosto che distrarsi con il particulare e l’ordinario…

 

 

 

 

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