AMMINISTRATIVE 2017: PROPOSTE…PROGRAMMI… DA OFFRIRE AI CANDIDATI

Si avvicina il momento elettorale con il rinnovo nella Primavera/Estate dell’anno prossimo dell’Amministrazione comunale… Ed allora: Il Volantino offre le sue pagine quale luogo di proposta e di dialogo… da sottoporre… ai prossimi candidati a Palazzo Gallone.

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I CONTRIBUTI :

di Lorenza Marra Dico la mia Traffico, parcheggi, discariche, rifiuti, manutenzione delle strade, strutture e infrastrutture, marine, arredo e decoro urbano…….e molto altro. Pura utopia, se, in primis, non cambiamo noi, bella gente, animata da sfrenato individualismo ,lobbie consolidate e egoismi sfrenati. Quindi, partiamo da noi, svecchiamo secolari idee feudali, miniamo la piccola casta locale e vediamo proposte fattibili di candidati. PRIMA DI TUTTO CONVIVENZA CIVILE. Noi ancora lontani dalla cultura della condivisione. Ahimè.

 

Un disabile scrive Il contributo che offre il Volantino settimanalmente è qualcosa che forse nessuna città del nostro territorio vive così “ in prima persona ”. Grazie Redazione, per il contributo che date alla città come stimolatore di partecipazione attiva. Chi vi scrive è un disabile. La cosa che mi rende speciale è una vita in “compagnia” di una malattia genetica. Vivo Tricase, vivo la città da disabile…non è facile…non voglio criticare nessuno…perché tutti fanno il proprio dovere…perché il “ problema accessibilità” nella nostra città esiste da sempre, il sogno è quello di avere una città “ meno disabile ” . Ecco il mio “ programma elettorale “ da offrire ai candidati: semplicemente maggiore accessibilita' urbana: parcheggi, marciapiedi e passaggi pedonali, in modo da facilitare ad un disabile di muoversi agevolmente. Le zone dove intervenire? Quelle con maggiore frequenza, le piazze centrali, il Municipio e le marine.

Pensando ad una Tricase per disabili.

Grazie. Un grazie speranzoso

Un disabile tricasino

 

di Andrea Ciardo Segretario provinciale Giovani Democratici del Salento

Quale direzione prendere?

Gentile direttore,

ho letto il suo articolo Un programma elettorale con cui invita i cittadini a dialogare e a sentirsi protagonisti – attraverso le pagine de Il Volantino- di un cammino utile alla città.

La ringrazio perché ci offre questa possibilità. Ed è proprio quella metafora ad avermi colpito di più: l’idea di una comunità che, con spirito di sacrificio, intende iniziare un cammino verso nuove prospettive.

Da anni, infatti, pare che la nostra comunità abbia perso quel senso dello stare insieme che, agli occhi dei paesi limitrofi, ci contraddistingueva. Eravamo al servizio degli altri e gli altri ci riconoscevano il ruolo di guida del Capo di Leuca: eravamo il centro politico e istituzionale di un Sud Salento capace di esprimere con forza le proprie idee, eravamo quel famoso faro cui tutti guardavano.

Ecco, appunto. Eravamo! Oggi non più. Perché l’idea che a Tricase ci sia il baricentro politico, istituzionale e dei servizi del Capo di Leuca è – da tempo – sfumata, sfumata per tanti e ovvi motivi, non solo assimilabili a colpe dei tricasini (tante, sicuramente).

E’ innegabile che ci siano meriti altrui, come quelli delle comunità limitrofe che hanno scelto una direzione, una strada da seguire.

E’ innegabile, allo stesso tempo, che Tricase non sia arrivata in tempo quando le occasioni hanno bussato alla nostra porta.

Da qui parte la mia riflessione: quale è la direzione che la nostra comunità sarà chiamata a scegliere alle prossime amministrative?

Possiamo dirci - una volta per tutte - che Tricase ha bisogno di un cantiere delle idee che la veda protagonista, almeno, nei prossimi dieci anni? Credo sia giunto il momento di guardare al potenziale inespresso della nostra amata città, capire come farlo emergere, come metterlo a frutto, come ottenerne un beneficio che coinvolga tutti (comprese le zone più lontane dal centro, ci aggiungo io, visto che troppo spesso le si lasciano all’autogoverno).

Qualcuno dirà che parlo dell’ovvio. Si, perché a Tricase manca proprio questo: l’ovvio. L’ovvio, per come lo intendo io, è ascoltare di più i cittadini per le strade e non leggere le lunghissime discussioni virtuali che, ormai, stanno sostituendo la vera politica. Per come lo intendo io è confrontarsi con i giovani ed individuare le necessità su cui lavorare sin da subito: e, credetemi, con i giovani ci passo un bel po’ di tempo. C’ho 24 anni.

E’ possibile che a Tricase si parli da tempo di chiusura al traffico del centro storico h24, ma che – ad oggi – ci siano solo le parole e due transenne a bloccare il traffico? Mi pare ovvio che serva un piano traffico serio e una serie di provvedimenti adottati di concerto con i commercianti e i residenti, in modo tale da individuare la strada più condivisa possibile per lo sviluppo dell’area.

E’ possibile che a Tricase si parli di giovani e associazioni solo nel momento in cui si compongono le liste e si fanno i comizi? Mi pare ovvio. No, non è possibile. Perché dovremmo immaginare dei luoghi di aggregazione veri, oltre alle strade. Luoghi che prevedano una biblioteca multimediale, un centro congressi, una sala che possa ospitare anche dei piccoli concerti. Se l’Acait possa ospitare in futuro tutto questo non lo so. Me lo auguro, perché son giovane e voglio sognare.

E’ possibile che non ci sia una vera area verde? Mi pare ovvio. Certo che non lo è. Si potrebbe rivalutare Piazza Cappuccini attraverso un prato all’inglese (non dico su tutta la piazza, ma almeno nella parte della fontana) e giochi per bambini (con la manutenzione dovuta, n.d.r.)? Credo proprio di si.

Possiamo immaginare Tricase come una città che ama lo sport? La risposta, anche questa volta, mi pare scontata. Se c’è una cosa che a Tricase non manca è lo sport, di qualsiasi genere! Ciò viene confermato dalle associazioni che nascono continuamente a sostegno delle attività sportive alle squadre di calcio, dalla pallavolo e al rugby, dall’atletica al tennis (e mi scuso con tutti gli sportivi che praticano ma che ho sicuramente dimenticato), dalle giornate promosse in piazza da Tricaseèmia e dall’instancabile Gianluca Errico. Abbiamo impianti sportivi che hanno bisogno di cura, di un progetto di riqualificazione che dia la possibilità ai tricasini di fruirne per tutto l’anno.

E poi un’idea di turismo che riesca a coinvolgere il centro e le marine (piccola postilla per le marine: è mortificante girare per tre ore, in piena estate, per un parcheggio, non avere un bagno pubblico fruibile, non avere un progetto per decongestionare il traffico nei punti in cui i giovani si ritrovano la sera) durante tutto l’anno. Abbiamo posti che tutta Italia ci invidia, eventi di caratura nazionale, tricasini famosi per le loro specialità dalla qualità certificata: mettiamo il tutto a sistema, lavoriamo per destagionalizzare il turismo – di qualità, non di quantità – che da sempre abbiamo intenzione di attrarre. Non l’estate tricasina, ma l’anno di Tricase. Siamo in grado di farlo? Sono convinto che la risposta sia positiva.

Negli anni tanto è stato fatto, ma non basta.

Ci sono le grandi questioni che, come ricorda lei,sono state offerte alla Città: dal Distretto Sanitario, alla questione della mobilità (275 e trasporti), a quella del Piano delle Coste al Piano Urbanistico Generale. Ma accanto a questo tipo di discussione, su cui immagino sarà incentrata la prossima campagna elettorale, voglio una discussione seria e sincera sull’ovvio, sulla quotidianità. Perché, in fondo, i tricasini aspettano questo tipo di risposte. Almeno per quello che avverto io.

Gli anni di impegno all’università, fra lezioni di marketing territoriale e libri di geopolitica, di militanza politica e iniziative sparse per la provincia prima , la regione e l’Italia poi, mi hanno permesso di conoscere realtà non molto diverse dalla nostra e di capire come siano state in grado di scegliere la strada da seguire.

Facendo riferimento al centrosinistra, mi auguro che quanto prima si possa intavolare un confronto fra le varie idee programmatiche che provengono ai partiti, movimenti e associazioni che già stanno lavorando, ma che hanno bisogno di sintesi.

E non parlo di nomi, candidature, ricandidature, ma di altro. Quel tipo di riflessioni arriveranno a tempo debito.

E’ il momento di trovare una nuova strada per Tricase.

 

 

 

 

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