di Nunzio Dell'Abate La vivibilità di una città passa dalla tipologia della mobilità e dalla offerta della sosta. Una buona mobilità può talvolta sopperire alla penuria di aree di sosta dedicate.

Questa la ragione per la quale, come minoranza consiliare, abbiamo sempre sostenuto che era preferibile puntare, nell’ambito delle prestazioni a carico del gestore dei parcheggi pubblici a pagamento, al massimo utilizzo gratuito del servizio navetta, piuttosto che alla percentuale più alta sugli incassi dai parcheggi. Insomma, ambire e abituarci ad una vera e propria circolare intercomunale permanente, con una rete di collegamenti quanto più capillare possibile. Ora, se pure con un ingiustificato ritardo di quindici mesi che ne ha fatto perdere il vitale utilizzo nelle marine per due stagioni estive, il servizio di navetta lunedì scorso è finalmente partito.  

E da subito è emersa l’insufficienza dei mezzi -in pratica un solo pulmino, in quanto l’altro congiunge esclusivamente il cimitero all’ospedale-, delle corse e del percorso -Tutino, Sant’Eufemia e Stazione Ferroviaria ad esempio, ne restano del tutto esclusi-.

Sia chiaro, se non si fosse iniziato non avremmo mai testato importanza e criticità del servizio. Ma è altrettanto chiaro che sia giunto il momento di pensare e programmare il genere di città che vogliamo.

I primi aggiustamenti potrebbero essere quelli di eliminare la tratta Cimitero-Ospedale, poco funzionale e dai primi sentori per nulla fruita. Si potrebbe eliminare pure la terza stazione di bike sharing -il servizio di biciclette pubbliche-, ce ne sono già due in Città, se pure per ora solo le rastrelliere.

L’equivalente delle due prestazioni andrebbe ad implementare il servizio in città e frazioni.

La programmazione futura passerebbe poi dalle voci in bilancio, dalle sponsorizzazioni, dai finanziamenti e dalla rivisitazione del contratto con l’attuale gestore.

Crederci di più, per educarci a vivere meglio.

 

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