di Giuseppe R. Panico In un paese come il nostro, con un crescente numero di anziani e pensionati, in gran parte provenienti da professionalità scolastiche, ospedaliere, dirigenziali, legali,burocratiche, o comunque con un passato che ha alimentato la loro capacità di scrivere e valutare,ci si aspetterebbe una elevata produzione di opinioni e scrittura. Ma, a giudicare dalla stampa locale, compreso il Volantino, pare che così non sia e l’espressione del libero pensiero in una Tricase che vorrebbe essere” il faro culturale del Capo di Leuca”, rimane confinata alla penna di pochi. Costa tempo e fatica? Costa rischi? Meglio TV, internet e giardinaggio e le chiacchere da bar o da panchina (alcune ora pure…scomparse)? Attenersi all’antico proverbio locale “ci se sta cittu campa cent’anni”? Ma campare non è certo vivere e, come diceva Dante nella Divina Commedia, “fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”. Un famoso e anziano scrittore, Giampaolo Pansa, a proposito di anziani/pensionati e delle loro attività, ci dice, fra l’altro, che “la scrittura è un viagra molto speciale”. Pare diadinamismo e vitalità, se non al basso ventre da tenere a bada, condividere e chetare, almenoal proprio pensiero, con un grande e prezioso effetto collaterale, quello di impedire di “invecchiare dentro”. Sembrerebbe dunque che anziani o pensionati che possono scrivere qualcosa(o essere comunque più attivi verso la comunità) marinunciano a farlo, invecchino prima e soffrano di più per i malannifisici e psichici dovuti all’età. Si privano inoltre,e privano chi sta loro accanto, del…“miglior piacere della vita” e la comunità della loro saggezza, delle loro testimonianze, del loro essere attori e protagonisti e non stanchi o annoiati spettatori. Scrivere dunque non è altro che continuare a vivere meglio e sentirsi più giovani e creativi. Limitarsi solo aleggere è come ridursi al solo campare, mentrené leggere né scrivere (o informarsi) ècome ammuffiredentro e poi anche fuori o nei rapporti con il prossimo.Essere più attivinello scrivere su argomenti locali non può che contribuire anche allo sviluppo della nostra Tricase ea quella libertà che, se priva di partecipazione e saneopinioni, scivola nellamera sudditanza e poiassuefazione a quella “democrazia dispotica” che sovente alimenta, anche nel nostro Sud, la politica amministrativa, la sua arroganzae le sue improvvide e superficiali scelte.Purtroppo la carenza di civico pensiero e dibattito pone anche le basi per quella pochezza di opinioni, capacità di analisi e conseguenti orientamenti programmatici di quello che rimane dei partiti o a questi assimilabili (movimenti vari e liste elettorali da… “last minute”). Va aggiunto poi come spessoanche i componenti dei consigli comunali non danno vocese non al loro pavido silenzio, riducendosi a tacite evanescenti ombre di copertura delle altrui decisioni/disposizioni. Oriana Fallaci, una delle più famose scrittrici e libere pensatrici, scomparsa da un decennio e spesso dileggiata da chi chiamava cultura la propria ignoranzae supponenza,ebbe a scrivere che “la libertà è un dovere”. Prima che un diritto è un dovere”. Un dovere continuo di noi tutti dunquedi preservarla e ampliarla, anche attraverso la stampa e la scritturadegli anziani. Il loro prezioso contributo alla nostra comunità non può che far maturareun futuro migliore e indirizzare in tal sensochi ha il dovere di amministrarci. E il Volantino, nel fulgore dei suoi venti anni di libertà, non può che tenere la porta sempre aperta a chi, anziano o meno, intende dar vita al proprio sano pensiero e sentirsi “piùattivo fuori” e“menovecchio dentro”.

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