di Giuseppe R.Panico

Papa Francesco diceva qualche anno fa (2014), che la terza Guerra Mondiale era già in atto. Ma diversa dalle prime due, fatte da grandi schieramenti politico- militari per un reciproco disumano macello, come mai nella storia.

Una guerra mondiale, quella accennata dal Papa, “a pezzi” che, sparsi qua e là sulla terra, anche vicino a noi, sono resi roventi da motivi economici, ideologici o di contrapposti poteri. Con la fine della Guerra Fredda, di pezzi di guerra se ne contano oggi almeno una trentina con le solite distruzioni, povertà, malattie e immigrati che in tanti arrivano pure da noi.

Che fortuna per le nuove generazioni italiane non aver vissuto la 1° G.M., vinta dai nostri nonni a carissimo prezzo in caduti e mutilati. Pure la vittoria fu detta “mutilata”, almeno da Gabriele D’Annunzio che, non sazio delle conquiste ottenute, era propenso a menar di nuovo le mani.

Non hanno vissuto nemmeno la 2° G.M. con gli enormi disastri causati all’Italia da una politica funesta in guerra contro tutti, i bombardamenti aerei sulle città, la guerra civile e i morsi della fame. Forse tali storie non vanno di moda né a scuola né in famiglia, come la geografia che tali storie ospitò, come l’economia che tante guerre generò e come ideologie e religioni altrui per conoscere meglio gli altri e dunque sé stessi.

La sospensione del servizio militare (2005) ha anche privato i giovani di una più reale visione del mondo che gira da sempre intorno a guerra e pace e svilito una più spiccata formazione civica con senso del dovere e identità nazionale.

L’ attuale terza G.M. “a pezzi” fatta dagli altri, risparmiando l’Italia da ben oltre settanta anni, ci ha permesso di vivere in pace e nel benessere come mai. In tal tempo, forse ben pochi hanno letto il gran libro “La storia” (ambiente da 2°G.M.) di Elsa Morante per rendersi più edotti sul nostro recente passato.

Ora sembra scoccata di nuovo “l’ora di tutti” con tutti coinvolti in una guerra di tipo mai visto. Scoppiata altrove da poco, si è fatta subito totale e mondiale. Nessuno la ha dichiarata, non risultano patti segreti e bellicose alleanze fra dittatori e generaloni, né nuove armi da provare sul campo, né economie, religioni, ideologie e crociate in “guerra santa” per espandersi altrove.

Un microscopico e sconosciuto virus si sta espandendo, con una guerra-lampo, sulla nostra salute, la nostra economia, il nostro presente e, d’improvviso. reso più incerto il futuro. Lo abbiamo chiamato “Corona Virus” forse perché, come Napoleone che col Papa non andava troppo d’accordo, si è incoronato da solo per invadere, oltre all’Europa, il mondo intero. A combatterlo sono scesi in campo soprattutto medici e scienziati, laboratori e

ricercatori; tutti in prima linea e in camice bianco per affrontare il gran nemico e produrre ben più valide armi. Nelle trincee ospedaliere, cadono pure loro, sopraffatti dal nemico nel suo rapido pandemico avanzare.

Per non precipitare nel caos mondiale, sanitario, economico, e sociale o rimanere in casa per chissà quanto e chissà in quanti, non ci resta che attaccarlo per una decisa vittoria. Non “mutilata” come la nostra di un secolo fa, ma schiacciante e fra tanti alleati, quasi come la Waterloo di due secoli fa.

Per combattere da cittadini, non bisogna porsi in divisa, né armarsi di fionde, archi e mitraglie o bombe atomiche e bombe a mano. Per ora, basta senso civico e senso della disciplina (anche per quelli senza naia alle spalle) in vista che… “Tutto andrà Bene”.

E’ l’ora più buia del nostro vivere civile, ma ci tocca far subito luce in questa già calda primavera per correre di nuovo al parco o in piazza con i bimbi di nuovo liberi e felici.

Nello offrir loro un gelato tricolore, avremo sconfitto il Napoleone -Virus o confinato la sua genia in un disabitato oceanico scoglio. “Ei Fu”, scriveva il Manzoni alla morte di Bonaparte il 5 maggio; “Ei Fu” (il virus) vorremmo lietamente dirci, senza mascherina e con un abbraccio, ancor prima del prossimo 5 maggio.

Nel parco o nelle piazze ormai in fiore, potremmo accogliere in festa i nostri valenti camici bianchi e gli artefici di questa vittoria e dir forte di loro quello che disse Churchill dei piloti inglesi dopo la vittoriosa Battaglia d’Inghilterra contro quell’altro funesto “virus” con svastica e baffetti: “Mai nel campo dei conflitti umani, così tanti dovettero così tanto a così pochi”.

Per aver fermato non l’invasione nazista di ieri ma quella del subdolo virus di oggi. Ci rimarrà la terza G.M. “a pezzi” menzionata dal Papa, ora in solitaria tristezza e preghiera, e l’eterno “virus” guerriero dell’“homo sapiens”.

Passato il Corona, senza che ci faccia passare in troppi a miglior vita, ci tocca continuare a curare quel presuntuoso povero “homo”. Di malefici “virus”, non in corpo ma nell’anima, ne ha davvero fin troppi.

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