di Alessandro Distante

Andando sul sito del Comune di Tricase si può avere accesso alla proposta di PUG e cioè del Piano Urbanistico Generale.

Vi è anche la possibilità di scaricare un modulo ed inviare proprie osservazioni o suggerimenti.

Non è facile consultare le tavole; sono troppo piccole e piene di colori con legende difficilmente leggibili. Più facile è invece leggere le Norme Tecniche di Attuazione che contengono la disciplina del Piano nelle varie zone della Città e delle sue Frazioni con specifica indicazione delle tipologie di intervento,così delineando un’idea di come si potrà intervenire sul tessuto cittadino nei prossimi decenni.

Il PUG tratta, ovviamente, del Centro storico, o nucleo antico.

Ed è da lì che vogliamo partire per una veloce disamina.

Per il nucleo antico è prevista fondamentalmente la conservazione con la inedificazione degli spazi scoperti, a meno che questi ultimi spazi non siano il frutto di demolizioni o crolli e sia possibile ricostruire la consistenza preesistente.

Interessanti le norme sulle destinazioni d’uso, e cioè a quali usi possono essere destinate le costruzioni del centro antico.

Secondo gli indirizzi del PUG occorre perseguire “il mantenimento dell’utilizzazione abitativa stabile delle unità edilizie od immobiliari aventi tale utilizzazione in atto nonché il ripristino, anche mediante un sistema di incentivi, dell’utilizzazione abitativa delle unità edilizie od immobiliari aventi tale riconoscibile originaria utilizzazione, anche attraverso il divieto di utilizzazioni diverse”.

Le Norme consentono destinazioni per funzioni connesse a quella abitativa, facendo così riferimento ad attività artigianali, uffici privati, studi professionali, esercizi commerciali al minuto ed attività direzionali quali le attività di ricerca scientifica e di servizi vari.
L’accento posto sulla destinazione abitativa lascia pensare ad un’idea di centro storico abitato da nuclei familiari la cui presenza è da incentivare magari con sconti e benefici fiscali. Rivitalizzare, quindi, il centro storico con la ripresa delle presenze ed
il rifiorire di piccole attività commerciali e botteghe artigiane.

Il riferimento alla valorizzazione abitativa trova poi completamento nella parte programmatica del PUG allorquando, ad esempio, nei Palazzi sette-ottocenteschi viene data la possibilità anche di aprire strutture alberghiere e negli edifici a corte, anche per quelli di epoca ottocentesca, è possibile più genericamente la destinazione per attrezzature turistico-ricettive e per esercizi di somministrazione di alimenti e bevande.

Resta da chiarire se la sottolineatura della destinazione abitativa per il centro storico con piccole attività artigianali possa ricomprendere anche alcune destinazioni a B&B o albergo diffuso del quale tanto si è parlato negli anni passati come pure appare limitativa la destinazione per gli edifici civili utilizzati per funzioni di tipo civico amministrativo, si pensi a Palazzo Gallone.

Per questi, le destinazioni sono quelle originarie o quelle il cui uso si è consolidato nel tempo e quindi usi ed attrezzature pubbliche o di uso pubblico.

Sembra così escludersi la possibilità di una fruizione del Palazzo comunale per iniziative produttivo-ricettive (quale un punto ristoro o per somministrazione di alimenti e bevande) che si associno a spazi per contenitori culturali.

Buona l’idea della possibile conversione dei palazzi del centro in strutture alberghiere e delle destinazioni ricettive per gli edifici a corte.

Le Norme affrontano anche i casi di edifici moderni presenti nel nucleo antico e cioè quegli edifici con elementi di difformità con gli edifici storici circostanti o per aver alterato la costruzione preesistente oppure costruiti ex novo a seguito della demolizione di edifici più antichi.

Sono quei “pugni negli occhi” che si scorgono nel Centro storico.

Per questi il PUG consente interventi che migliorino il loro inserimento, con il ripristino, ad esempio, di orti, giardini, corti, ecc.

Le destinazioni possibili sono quelle residenziale, ma anche per servizi ed attrezzature, oppure per la somministrazione di alimenti e bevande o piccoli negozi di vicinato.

Apprezzabile quindi l’intento di un rilancio e di un recupero delle caratteristiche originarie del Centro storico, con interventi sull’esistente nella salvaguardia e recupero delle caratteristiche architettoniche talvolta alterate.

Oggetto di discussione e meritevole di approfondimento sono le previsioni sulla destinazione d’uso, perché, magari, una maggiore elasticità consentirebbe una maggiore possibilità di fruizione turistica del centro storico, con indubbi vantaggi anche per chi, soprattutto giovani, intendono investire il loro futuro nella Città.

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