di Carmine Zocco

E’ il tardo pomeriggio di martedì, 4 febbraio.

Mi avvio in auto per Tricase partendo da Via Duca degli Abruzzi, in Tricase Porto, dove abito da trenta anni.Ho percorso appena pochi metri e vedo scendere in senso opposto un’auto a discreta velocità.Gesticolo verso il guidatore per segnalare il divieto nel suo senso di marcia e il possibile pericolo.

Lo faccio quasi come di consueto per senso del dovere e un po’ di rassegnazione: in fondo è successo non di rado in questi ultimi tre anni che qualcuno violasse il divieto di transito in discesa, aggirando le transenne poste come barriera all’imbocco della rotatoria. Questa volta, però, il mio interlocutore non sembra preoccuparsi delle mie rimostranze. Anzi, è stupito del mio gesticolare.

Il motivo mi è apparso subito chiaro poco dopo: le transenne dissuasive erano state completamente rimosse. Per verificare che non ci fosse stata manomissione, telefono ai Vigili Urbani e ho la conferma che si è trattato di una decisione adottata con un’ordinanza del Comandante della Polizia Locale, che ripristina di fatto il doppio senso di circolazione in via Duca degli Abruzzi e sul Lungomare C. Colombo.

 

Mi sforzo di capire-ma non trovo una ragione- come sia stato possibile cambiare da un giorno all’altro una modalità di circolazione in vigore da quasi quattro anni senza che l’Amministrazione avvertisse la necessità di comunicare ai cittadini una novità tanto rilevante. Gli strumenti tradizionali e digitali per informare si possono attivare con facilità. Molte volte sono stati opportunamente affissi con tempestività i manifesti per comunicare semplici variazioni nel servizio di raccolta dei rifiuti domestici.

Ciò che rende questa omissione ancor più deprecabile e irresponsabile mi è rivelato dalla lettura dell’ordinanza. Questa, infatti, reca la data del 4 dicembre 2019 e annuncia il termine della circolazione a senso unico per il 31 gennaio del 2020.

Ci sarebbe stato, quindi, tempo in abbondanza per rendere pubblica la decisione con congruo anticipo. Solo il tam tam informale di messaggi e telefonate, per richiamare all’attenzione e alla prudenza gli utenti delle strade interessate, ha consentito di evitare incidenti gravi. Tuttavia non sono mancati episodi di evidente disagio.

Ma la lettura del dispositivo dell’ordinanza apre il pensiero ad altre considerazioni sul merito della decisione e sul ruolo degli attori chiamati a governare il territorio.

Un breve excursus della storia, a questo punto, penso sia illuminante e necessario.

La decisione politica dell’attivazione temporanea e sperimentale del senso unico è del giugno 20016(delibera di Giunta). Con successive ordinanze del Comandante della Polizia Municipale viene prorogata nei periodi successivi.

Nel frattempo, dopo aver acquisita la disponibilità della Provincia (che rimane a tutt’oggi la proprietaria delle strade in questione) a istituire il senso unico, viene formulata dallo stesso Comandante la richiesta al Sindaco e alla Giunta di un atto di indirizzo per sistemare in via definitiva la questione. Anche se frutto di proroghe continue, il senso unico è ormai stabilizzato “di fatto” ed entrato nella consuetudine dei cittadini.

La richiesta, formulata con una proposta di delibera, è la n. 1379 del 2019 e non ha avuto alcuna risposta dal Sindaco: sottovalutazione, distrazione o altro? Non saprei cosa scegliere, ma è un atteggiamento indolente e inappropriato per un amministratore responsabile.

Mi chiedo: sarebbe stato così difficile fare un’analisi accurata e pubblica dei vantaggi e delle criticità della scelta di questi anni? Ascoltando, ovviamente, gli operatori della Polizia Locale che possono testimoniare la necessità di coniugare la percorribilità e la sicurezza sulle strade e conoscono direttamente le dinamiche connesse con i flussi di traffico delle auto e dei pullman nelle varie stagioni.

Ma anche i tanti cittadini, residenti e non, che hanno potuto fruire della strada individualmente o in gruppo, come pedoni o ciclisti, senza correre il rischio di essere investiti o di finire fuori strada. In alcuni tratti, come è facilmente riscontrabile, il piano stradale di Via Duca degli Abruzzi non ha l’argine di contenimento nè le misure minime (m.2,75 di larghezza per ogni carreggiata nelle strade provinciali) per permettere il doppio senso di circolazione.

E’ ormai un sentire diffuso che le strade nei tratti urbanizzati non debbano essere territorio esclusivo delle auto. Quanto è accaduto in questi ultimi anni in via Duca degli Abruzzi e sul Lungomare C. Colombo lo testimonia.

Un’Amministrazione attenta avrebbe dovuto accorgersi e valorizzare la novità, agevolando pratiche di benessere che si sono diffuse spontaneamente. Avrebbe dimostrato di possedere una sensibilità e un orizzonte politico-culturale rivolti al futuro, una propensione alla accessibilità in una parte del nostro territorio di straordinaria bellezza. E che, perciò, ha bisogno di maggior cura e attenzione.

In tutte le stagioni, non solo in estate. Per cominciare, potrebbe bastare anche solo il segnalare con apposite strisce orizzontali un tratto di strada adibito al transito dei pedoni e dei ciclisti per consentire la fruizione armoniosa di tutti e con ogni mezzo.

Ma la condizione imprescindibile è che venga ripristinato il senso unico.

Vedremo, siamo solo all’inizio.

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