di Alessandro Distante

Tricase, Città del sollievo; Tricase, la Betlemme d’Italia.

Sono due degli appellativi che si rincorrono in questo periodo natalizio.

Sono richiami che, a loro volta, si richiamano tra di loro se è vero che a Betlemme, un paio di millenni or sono, nacque un sollevatore dalla terra al cielo, dalla sofferenza alla gioia, e ciò per l’intero genere umano senza distinzione alcuna.

Le sofferenze non sono mancate nell’anno 2019, come non sono mai mancate nell’arco della storia. Ma neppure sono mancate le ragioni per un sollievo e sono di auspicio per il nuovo anno.

La rinnovata centralità dei bambini è un segnale importante; ed è ben possibile sperare, se nasce un bambino su Monte Orco per la quarantesima volta di fila e se Piazza Pisanelli vede al centro i bambini.

Sono segnali di sollievo e che sollevano lo sguardo al futuro.

In fondo è questo che ognuno di noi si augura per il nuovo anno: sollevare lo sguardo, guardare avanti, tanto meglio se il futuro si sintonizza sulla frequenza d’onda più lunga, quella dei bambini.

Il nuovo anno sarà importante e, forse, decisivo per scelte cruciali come il Piano Urbanistico, la riapertura di alcuni stabilimenti produttivi simbolo della storia economica cittadina, la guida politico amministrativa della Regione e, forse, anche quella dello Stato e, secondo alcuni, anche della Città.

Nel chiudere un anno e nell’aprirne uno nuovo, suscitano interesse e positiva speranza gli interventi di valorizzazione delle bellezze dell’entroterra e delle località turistiche; oppure ancora il coniugare la storia economica di un tempo, agricoltura e pesca, con l’artigianato e il commercio dei giorni d’oggi, in una chiave fondamentale che è quella del Mediterraneo.

Sono occasioni e sfide importanti che, ovviamente, non si vincono in un anno ma che devono essere perseguite con lucidità e determinazione a partire -perché no?- dal 2020. Nella certezza che il sollievo dipende anche dai nostri sforzi e dalle nostre capacità e che non tutto può venire dall’alto.

Se ciò è accaduto duemila anni fa, quell’evento non ha certo significato, neppure per chi ci crede, affidarci un compito passivo di attesa, ma, al contrario, è stato uno sprone a lottare con intelligenza e impegno per un futuro migliore, con al centro, magari, i bambini.

Auguri

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