di Alessandro Distante

La scelta della Terza via per la 275 ben può essere indicata come un successo per la Città di Tricase.

A differenza di altre vicende che hanno interessato altri Comuni che, per vicende non proprio analoghe ma simili (leggi Melendugno), hanno opposto una strenue ma inutile resistenza a progetti di infrastrutture perdendo anni di politica e possibilità di sviluppo, per Tricase, attraverso varie iniziative, si è giunti ad una soluzione accettabile, che concilia le esigenze del territorio tricasino con quella di collegare il Capo di Leuca con le arterie viarie per il Capoluogo.


Tra le posizioni radicali, pregiudizialmente avverse alla realizzazione di una qualsivoglia strada, e quelle favorevoli ad una strada fortemente impattante, è prevalsa una soluzione -come si dice- di
buon senso.

La strada –è proprio il caso di dirlo- è ancora lunga, nel senso che occorrerà attendere le reazioni dei Comuni dapprima non interessati (Miggiano e Specchia), dei gruppi ambientalisti, dei proprietari incisi dalle espropriazioni e poi verificare se il progetto andrà avanti senza ostacoli.

Il tema politico di fondo era l’assunzione di responsabilità e di accettazione di un qualche sacrificio ma all’interno di un progetto di viabilità e di collegamento più ampio o, in altre parole, l’accettare di pagare un “prezzo” per “favorire” i Comuni posti più a Sud di Tricase.

La chiusura pregiudiziale ed ideologica nella convinzione che il tema viabilità del Capo di Leuca non fosse un problema rischiava di essere letta come una sordità di Tricase agli appelli degli altri Comuni; come pure il gridare agli interessi di grandi gruppi economici dell’asfalto rischiava di essere un grido tanto grande quanto generico e a rischio di credibilità.

Altre recenti battaglie basate sul complottismo, ci hanno portato, oggi, a vedere morire i nostri oliveti; allo stesso modo, il gridare e il vedere sempre interessi poco puliti a danno di Tricase rischiava (o rischia) di portare Tricase ad un isolamento e, alla lunga, ad un impoverimento inaccettabile.

Spingere all’uso di mezzi pubblici, potenziare la tratta ferroviaria, incrementare l’uso di macchine ecologiche sono senz’altro obiettivi da non perdere di vista, ma assicurare strade più sicure è compito altrettanto irrinunciabile.

La soluzione trovata mi sembra un accettabile compromesso, memore che i compromessi non sono sempre e comunque l’esito di loschi accordi ma possono essere anche l’esito di trattative e di un gioco delle parti anche contrapposte che, alla fine, risulta rispondente all’interesse pubblico.

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